2012年6月2日星期六

La vita non è come l'hai vista al cinematografo, la vita è più difficile.

Alfredo: La vita non è come l'hai vista al cinematografo, la vita è più difficile.

ALFREDO: Fino a quando ci stai tutti i giorni ti senti al centro del mondo; ti sembra che non cambia mai niente, poi parti, un anno, due, e quando torni è cambiato tutto, si rompe il filo, non trovi chi volevi trovare, le tue cose non ci sono più. Bisogna andare via per molto tempo, per moltissimi anni, per ritrovare al ritorno la tua gente, la terra, dove sei nato. Ma ora no, non è possibile, ora tu sei più cieco di me.
TOTO': Questo chi lo ha detto, Gary Cooper, James Stewart, Henry Fonda, eh?
ALFREDO: No, Totò, non l'ha detto proprio nessuno. Chisto lo dico io. La vita non è come l'hai vista al cinematografo, la vita è cchiù difficile, vatténne, tornatene a Roma, tu sei giovane, il mondo è tuo, e io sono vecchio. Non voglio più sentirti parlare, voglio sentire parlare de ttìa!



Voglio dire che questo non è il tuo lavoro. Per ora il Cinema Paradiso ha bisogno di te e tu giustamente hai bisogno del Cinema Paradiso, ma non durerà, un giorno avrai altre cose da fare, altre cose, più importanti, sicuro, più importanti, sì, eh, io lo so, ora che ho perso la vista ci vedo di più. (Alfredo)



Il progresso! Sempre tardi arriva. (Alfredo)



Non tornare più, non ci pensare mai a noi, non ti voltare, non scrivere. Non ti fare fottere dalla nostalgia, dimenticaci tutti. Se non resisti e torni indietro, non venirmi a trovare, non ti faccio entrare a casa mia. O' capisti? Qualunque cosa farai, amala, come amavi la cabina del Paradiso quando eri picciriddu. (Alfredo)



Una volta un re fece una festa e c'erano le principesse più belle del regno. Ma un soldato che faceva la guardia vide passare la figlia del re. Era la più bella di tutte e se ne innamorò subito. Ma che poteva fare un povero soldato a paragone con la figlia del re! Basta! Ma, finalmente, un giorno riuscì a incontrarla e le disse che non poteva più vivere senza di lei. E la principessa fu così impressionata del suo forte sentimento che disse al soldato: "Se saprai aspettare cento giorni e cento notti sotto il mio balcone, alla fine, io sarò tua!" Ma, subito il soldato se ne andò là e aspettò un giorno, due giorni e dieci e poi venti. Ogni sera la principessa controllava dalla finestra ma quello non si muoveva mai. Con la pioggia, con il vento, con la neve era sempre là. Gli uccelli gli cacavano in testa e le api se lo mangiavano vivo ma lui non si muoveva. Dopo novanta notti era diventato tutto secco, bianco e gli scendevano le lacrime dagli occhi e non poteva trattenerle poiché non aveva più la forza nemmeno per dormire... mentre la principessa sempre lo guardava. E arrivati alla novantanovesima notte il soldato si alzò, si prese la sedia e se ne andò via. (Alfredo)



Ora ho capito perché il soldato andò via proprio alla fine. Sì, bastava un'altra notte e la principessa sarebbe stata sua. Ma lei poteva anche non mantenere la sua promessa. Sarebbe stato terribile. Sarebbe morto. Così invece, almeno per novantanove notti, era vissuto nell'illusione che lei fosse li ad aspettarlo. (Salvatore)